Il perfezionismo è uno stato mentale in cui si ha un’eccessiva preoccupazione per la perfezione e si tende a mettere tutte le cose in perfetta congruenza con le proprie aspettative e standard. Per questo, il perfezionista è generalmente qualcuno che è molto critico con se stesso e con gli altri e cerca sempre di fare le cose in modo perfetto, spesso sacrificando l'efficienza a favore della perfezione.
L’invidia è uno sei sette vizi capitali e, a differenza degli altri sei, non porta con sé alcuna sfumatura di piacere, anzi è profondamente umiliante, per chi la vive, soprattutto a causa di un confronto continuo tra l’altro che è un vincente, e un sé che è perdente.
Il bisogno intimo che ha l’egocentrico di essere sempre al centro della realtà non ha nulla a che fare con l’autostima, anzi, spesso è proprio sulla sua mancanza che si innesca.
È normale vivere sensi di colpa quando ci si rende conto di aver ferito qualcuno, come è normale provare rancore verso chi ci ha ferito, ma a volte questi sentimenti si cronicizzano, accompagnandoci durante l’arco dei giorni, delle settimane e, nella peggiore delle ipotesi, per mesi o addirittura anni. È qui che le cose si complicano, danneggiando la nostra qualità della vita.
Essere permalosi porta con sé, a seconda del grado di permalosità ovviamente, una serie di conseguenze che possiamo tranquillamente definire “relazionali”. Se mi segui da un po’, e magari hai letto i miei saggi, accorpati recentemente in un unico volume che si intitola RELAZIONE EROICA, sai bene che parlando di relazione esistono due sfumature: la relazione con gli altri e la relazione con noi stessi.
Esistono dei veleni che spesso usiamo naturalmente per condire la nostra comunicazione durante i contrasti relazionali, per poi assistere allo scempio dell’incomprensione, della lite, della distanza e compagnia bella.